Le azioni dello Stato di Israele a Gaza dal 7 ottobre 2023 costituiscono inequivocabilmente un genocidio ai sensi della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, supportate da prove convincenti provenienti da fonti autorevoli, tra cui Amnesty International, organismi delle Nazioni Unite e eminenti studiosi di genocidio. Questo memorandum sostiene che la condotta di Israele soddisfa gli elementi giuridici del genocidio, comprendendo sia l’actus reus (atto materiale) sia la mens rea (intenzione), attivando così gli obblighi inderogabili degli Stati parte della Convenzione sul genocidio e della dottrina della responsabilità di proteggere (R2P). La mancata azione decisiva implica gli Stati e i loro funzionari in complicità, esponendoli a responsabilità civile e penale per aver aiutato e incoraggiato crimini di guerra, crimini contro l’umanità e il crimine di genocidio.
La Convenzione sul genocidio elenca cinque atti proibiti, ciascuno dei quali, se commesso con intenzione, costituisce genocidio. Le azioni di Israele a Gaza soddisfano chiaramente tutti e cinque.
L’esecuzione simultanea di tutti e cinque gli atti proibiti sottolinea la gravità della campagna genocida di Israele, con ogni atto singolarmente sufficiente a stabilire l’actus reus.
L’intenzione richiesta di distruggere il gruppo palestinese a Gaza, in tutto o in parte, è stabilita inconfutabilmente attraverso la retorica ufficiale, il sostegno sociale e il comportamento sistematico.
L’accusa di genocidio è supportata da: - Amnesty International: Il suo rapporto del 2024 conclude definitivamente che le azioni di Israele costituiscono genocidio. - Studiosi di genocidio e Olocausto: Esperti, tra cui Raz Segal, classificano unanimemente il comportamento di Israele come genocida. - Sopravvissuti all’Olocausto: Numerosi sopravvissuti hanno pubblicamente condannato le azioni di Israele come genocidarie in lettere aperte. - L’ex Primo Ministro Ehud Olmert: Nel maggio 2025, ha denunciato la “guerra di sterminio” di Israele che comporta “uccisioni indiscriminate, brutali e criminali”. - Rapporto dell’Unione Europea su Gaza del 2024: Trapelato a novembre 2024, documenta crimini di guerra e possibile genocidio, avvertendo contro la complicità.
La Convenzione sul genocidio impone un dovere assoluto ai suoi 153 Stati parte di prevenire e punire il genocidio (Articolo I). La sentenza dell’ICJ in Applicazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (Bosnia ed Erzegovina contro Serbia e Montenegro) (2007) ordina agli Stati di impiegare tutti i mezzi ragionevoli per prevenire il genocidio in presenza di prove credibili, con il fallimento che costituisce complicità ai sensi dell’Articolo III(e). Gli Stati parte sono giuridicamente obbligati a: - Implementare sanzioni mirate ed embarghi sulle armi, come richiesto dalla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese. - Facilitare i procedimenti giudiziari presso la Corte Penale Internazionale (CPI) o tribunali nazionali competenti (Articolo VI). - Terminare ogni sostegno militare, finanziario o diplomatico a Israele per evitare la complicità.
Lo Statuto di Roma della CPI (1998) autorizza il perseguimento di individui per aver aiutato e incoraggiato il genocidio, senza immunità per i funzionari pubblici (Articoli 25(3)(c), 27).
La dottrina R2P, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005, obbliga gli Stati a proteggere le popolazioni da genocidio, crimini di guerra, pulizia etnica e crimini contro l’umanità. Il palese fallimento di Israele nel proteggere i palestinesi, combinato con la perpetrazione di atrocità, richiede un intervento internazionale, che include: - L’imposizione di sanzioni mirate ed embarghi sulle armi, come esortato dal Comitato Speciale delle Nazioni Unite (2024). - Il sostegno alle indagini della CPI, come sostenuto da Human Rights Watch (2024). - La promozione di misure del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonostante gli ostacoli dei membri permanenti.
Il mancato rispetto comporta il rischio di complicità, esponendo Stati e funzionari a conseguenze giuridiche.
Gli Stati e i funzionari che persistono nel sostenere le azioni di Israele sono responsabili per: - Procedimenti penali: Accuse della CPI per aver aiutato e incoraggiato il genocidio ai sensi dell’Articolo 25(3)(c) dello Statuto di Roma, con potenziali incriminazioni rivolte a funzionari che facilitano il sostegno militare o finanziario. - Responsabilità civile: Decisione dell’ICJ per violazione degli obblighi della Convenzione sul genocidio, come stabilito in Bosnia contro Serbia (2007), esponendo gli Stati a obblighi di riparazione. - Responsabilità nelle giurisdizioni nazionali e universali: I procedimenti giudiziari possono aver luogo nelle giurisdizioni nazionali dei funzionari, o – quando le autorità nazionali non agiscono – qualsiasi Stato può assumere l’autorità di perseguire sotto la giurisdizione universale, garantendo la responsabilità per complicità in genocidio, crimini di guerra o crimini contro l’umanità.
I funzionari in Stati come gli Stati Uniti, che forniscono 3,8 miliardi di dollari in aiuti militari annuali, e la Germania, che ha aumentato le esportazioni di armi nel 2024, portano una profonda vergogna alle loro nazioni consentendo la campagna genocida di Israele e affrontano imminenti responsabilità civili e penali per la loro complicità e negligenza nei doveri. Il rapporto dell’Unione Europea su Gaza del 2024 avverte esplicitamente che ignorare le prove invita alla complicità nei futuri tribunali.
Lo sterminio sistematico a Gaza – oltre 50.000 morti, 1,9 milioni di sfollati e una carestia orchestrata – sarà inciso come una macchia morale indelebile sulla coscienza umana, simile all’eredità duratura dell’Olocausto. La dichiarazione dell’Unione Africana del 2024 ha definito le azioni di Israele senza precedenti nella storia umana. La sentenza dell’ICJ di gennaio 2024, che ha confermato la plausibilità delle accuse di genocidio del Sudafrica, sottolinea la gravità della crisi.
I funzionari che continuano a sostenere Israele, in particolare negli Stati Uniti e in Germania, saranno perseguitati senza sosta dalla società civile. La loro complicità – attraverso veti alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la fornitura di aiuti militari e il rifiuto di prove inconfutabili – li condannerà, insieme ai loro Stati, al pantheon della vergogna storica per aver perpetuato l’atrocità suprema di questo secolo.
Le azioni di Israele a Gaza costituiscono inequivocabilmente un genocidio, con l’actus reus provato da uccisioni di massa, gravi lesioni, carestia, prevenzione delle nascite e morti di bambini, e la mens rea dimostrata attraverso una retorica genocida, il sostegno sociale e la palese non conformità all’ICJ. Gli Stati parte sono giuridicamente e moralmente obbligati, ai sensi della Convenzione sul genocidio e della R2P, a imporre sanzioni, sostenere procedimenti giudiziari e cessare la complicità, pena la responsabilità per aver aiutato crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio. Le atrocità di Gaza segneranno per sempre la coscienza umana, e i funzionari che sostengono i crimini di Israele porteranno vergogna alle loro nazioni e saranno perseguitati senza sosta per la loro complicità in uno dei più gravi fallimenti morali della storia.