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Atto d’accusa contro Otzma Yehudit

Razzismo, supremazia e apartheid non sono “opinioni”. Il fascismo non è una “posizione politica”. Sono crimini: crimini contro la dignità umana, crimini contro l’uguaglianza e crimini contro l’umanità stessa.

Nella maggior parte delle democrazie, qualsiasi movimento che promuova apertamente la supremazia razziale o religiosa viene considerato criminale. Un partito che si autodefinisse “Potere Bianco” negli Stati Uniti o “Potere Cristiano” in Europa sarebbe messo al bando e perseguito. Eppure, in Israele, Otzma Yehudit (“Potere Ebraico”) - un partito la cui ideologia è l’equivalente ebraico di tali movimenti - siede all’interno del governo.

Guidato da Itamar Ben-Gvir, un agitatore razzista condannato, Otzma Yehudit è l’incarnazione moderna del Kahanismo, un’ideologia fascista fondata dal rabbino Meir Kahane e bandita per il suo razzismo e terrorismo. Oggi, ciò che un tempo era vietato come terrorismo è stato normalizzato nel governo, difeso da leader occidentali che, nei loro paesi, non tollererebbero mai un tale movimento.

Non è solo ipocrisia. È complicità.

Da Kach a Otzma Yehudit: Terrorismo bandito, reinventato

Il rabbino Meir Kahane, nato a Brooklyn, fondò Kach nel 1971 dopo aver guidato la violenta Jewish Defense League negli Stati Uniti. La piattaforma di Kach era chiara:

Kach entrò nella Knesset nel 1984, vincendo un singolo seggio. Ma la sua presenza scosse l’establishment politico israeliano. Kahane invocava apertamente espulsioni di massa degli arabi, usando il linguaggio della pulizia etnica dal podio parlamentare stesso. Denunciava la democrazia come debolezza e l’uguaglianza come tradimento.

La reazione fu rapida. Nel 1985, Israele modificò la Legge Fondamentale: Knesset (Sezione 7A), aggiungendo una disposizione che vietava i partiti che incitano al razzismo o rifiutano Israele come stato democratico. Nel 1988, la Corte Suprema confermò questa modifica per squalificare Kach dalle elezioni, dichiarando il suo programma fondamentalmente razzista e incompatibile con la democrazia.

Tuttavia, i seguaci di Kach continuarono il loro attivismo. Nel 1994, l’inevitabile accadde: uno di loro, Baruch Goldstein, compì il massacro di Hebron, uccidendo 29 palestinesi durante le preghiere del Ramadan. Invece di condannare l’atrocità, molti kahanisti lodarono Goldstein come un eroe. Il governo israeliano, sotto enorme pressione, bandì allora Kach e il suo derivato Kahane Chai come organizzazioni terroristiche. Gli Stati Uniti, il Canada e altri governi seguirono l’esempio.

Da ogni punto di vista, il Kahanismo fu riconosciuto come un’ideologia di razzismo, terrorismo e fascismo.

Ma il Kahanismo non morì. Si adattò. Nel 2012, ex membri di Kach fondarono Otzma Yehudit, un partito che si presenta come “nuovo” ma porta avanti la stessa ideologia di base: deportare gli arabi “sleali”, annettere terre palestinesi senza diritti e consolidare la supremazia ebraica.

Ciò che la Corte Suprema israeliana un tempo bandì come razzista, e il governo bandì come terrorismo, ora siede al centro del potere.

L’ideologia kahanista come crimine

Lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e la Convenzione sul Genocidio chiariscono: il programma di Otzma Yehudit non è politica. È criminale.

  1. Apartheid (Statuto di Roma, Art. 7(1)(j))
    • Definito come dominio di un gruppo razziale su un altro attraverso un’oppressione sistematica.
    • Le politiche di Otzma Yehudit - regimi legali duali, espansione degli insediamenti, negazione dell’uguaglianza - costituiscono apartheid.
  2. Trasferimento forzato (Quarta Convenzione di Ginevra, Art. 49)
    • Vieta l’espulsione o il trasferimento di popolazioni sotto occupazione.
    • Otzma Yehudit promuove apertamente il “trasferimento”, ossia l’espulsione di palestinesi e cittadini arabi “sleali”.
  3. Persecuzione (Statuto di Roma, Art. 7(1)(h))
    • Grave privazione dei diritti contro un gruppo per motivi razziali o etnici.
    • Il programma del partito di privare gli arabi dei diritti rientra nella persecuzione.
  4. Incitamento al genocidio (Convenzione sul Genocidio, Art. III(c))
    • L’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio è punibile, che il genocidio avvenga o meno.
    • I cori di “Morte agli arabi”, approvati dai leader del partito, corrispondono esattamente a questa definizione.

La Marcia della Bandiera: Fascismo in bella vista

La Marcia della Bandiera di Gerusalemme annuale mette a nudo la criminalità di Otzma Yehudit.

Ogni anno, ultranazionalisti sfilano attraverso il Quartiere Musulmano della Città Vecchia di Gerusalemme, gridando “Morte agli arabi” e “Possa il tuo villaggio bruciare”. Attaccano mercanti palestinesi, vandalizzano proprietà e terrorizzano i residenti. Invece di essere trattenuti, sono protetti da scorte di polizia.

Itamar Ben-Gvir, ora Ministro della Sicurezza Nazionale, non è un agitatore esterno. È un partecipante regolare. La sua presenza è un’approvazione - e un segnale che questo incitamento ha la benedizione dello stato.

In qualsiasi democrazia, un tale evento - gridare morte a una minoranza - sarebbe vietato. I partecipanti sarebbero arrestati, gli organizzatori perseguiti per crimini d’odio. In Israele, è santificato come patriottismo.

Il 26 gennaio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ordinò a Israele, come misura provvisoria in Sud Africa contro Israele, di “prevenire e punire l’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio”. La Marcia della Bandiera è l’incarnazione stessa di tale incitamento. Permettendola, e peggio, partecipandovi, Israele viola apertamente l’ordine vincolante della Corte.

L’implicazione è inequivocabile: la conformità richiede il divieto della Marcia della Bandiera, la criminalizzazione del Kahanismo e la messa al bando di Otzma Yehudit - proprio come alla Germania dopo il 1945 fu richiesto di criminalizzare il nazismo.

La responsabilità penale di Itamar Ben-Gvir

Il curriculum di Ben-Gvir è un catalogo di estremismo:

Secondo lo Statuto di Roma, Ben-Gvir potrebbe essere perseguito dalla Corte Penale Internazionale per:

Rapporti suggeriscono che mandati segreti della Corte Penale Internazionale contro funzionari israeliani potrebbero già esistere. Ben-Gvir, dato il suo ruolo, sarebbe un candidato principale.

Ipocrisia occidentale: Difendere il fascismo all’estero, condannarlo in patria

Lo scandalo più grave non è solo che Otzma Yehudit esista, ma che sia tollerato - e persino difeso - dai governi occidentali.

Eppure “Potere Ebraico” è normalizzato. I leader occidentali, che proclamano la loro opposizione al razzismo e al fascismo, continuano ad armare e difendere un governo che include Otzma Yehudit. Denunciano i suprematisti in patria mentre li abbracciano all’estero.

Questa ipocrisia rivela il vuoto della loro retorica sui diritti umani. Tollerando la supremazia ebraica mentre condannano la supremazia bianca, i governi occidentali tradiscono l’universalità stessa dei diritti umani.

Conclusione: Il verdetto

I fatti sono innegabili:

Il precedente è chiaro. Dopo Norimberga, il nazismo fu bandito in Germania - non come “politica” ma come cospirazione criminale. Lo stesso principio si applica oggi: il Kahanismo deve essere criminalizzato. Otzma Yehudit deve essere ostracizzato, bandito e ricordato come l’avvertimento che rappresenta.

Verdetto: Otzma Yehudit non è un partito politico. È un’organizzazione fascista colpevole di propagare crimini contro l’umanità.

Imperativo morale: Tollerare Otzma Yehudit significa tradire l’umanità stessa. Il fascismo in qualsiasi forma - bianco, cristiano o ebraico - non è un’opinione. È un crimine. E deve essere opposto, criminalizzato e sconfitto.

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